Torino  F.C.                     2

(8’ II t. Glik; 19’ Glik)

Genoa  C.F.C.                 1

(42’ I t. Falque)

Un Torino, come lo si poteva aspettare, che buttava in campo una decisione quasi rabbiosa, per tradizione e per la difficile classifica, contro un Genoa, che piacere vederlo così, se sapeva rispondere con altrettanta energia. Due squadre schierate a cercare il predominio a centro del campo.

Una partita ricca di scontri e un arbitraggio difficile per Tommasi, forse non sempre limpido.

Proprio come l’anno scorso, Genoa che riesce ad andare in vantaggio poscia si fa scavalcare, ma non nel modo di allora che è irripetibile.

Comincia bene il Genoa. Di Bertolacci il primo tiro, al 9’; subito dopo Falque conquista il primo corner, che l’arbitro stranamente fa ripetere. Segue al 15’ una straordinaria azione personale di Roncaglia il quale in zona difensiva capta un insidioso passaggio degli avversari, trascina la palla per tutto il campo fino a sferrare un tiro in porta dalla linea di fondo, forte ma inefficace.

Il Torino comincia a prendere campo. Al 35’ sfiora il gol: direttamente su punizione, data da Tommasi però per un intervento prima sul pallone, Farnerud colpisce la traversa e il Genoa si salva sul rimbalzo.

Subito dopo una forte girata alta di Martinez da sottoporta (37’) e ancora un suo colpo di testa in una situazione pericolosa, alto anche questo.

Ed ecco che il Genoa va in porta con un’azione stretta conclusa da una giocata fine di Falque, che dal limite inclina verso sinistra e in controtempo piazza un rasoterra diagonale di sinistro che entra.

All’intervallo, col Genoa in vantaggio, ci domandiamo se potremo mantenere intatta la nostra porta, contro il Toro che soffia dalle froge.

La partita si decide, purtroppo, nei primi minuti della ripresa, con una serie di fatti per noi negativi. Due sostituzioni obbligate, di giuocatori infortunati; due cadute in area avversaria di nostri attaccanti che tentavano lo sfondamento, sulla seconda delle quali a Matri viene negato un più che sospetto calcio di rigore; infine la nostra difesa colpita nel punto debole delle difese a tre quando sono poco accorte, vale a dire da un traversone (da un calcio piazzato) che finisce a un avversario difensore di ruolo che sottentra largo, non guardato dalla nostra mediana, non anticipato dal nostro portiere, in questo caso dal bravo Lamanna ancora a corto di esperienza, ma bisogna dire che la palla era scivolata via da sopra la temuta testa di Amauri.

Forse è per sbandamento che il Torino insistente trova subito ancora la porta aperta, ancora da calcio piazzato, in questo caso un calcio d’angolo ripetuto: Lamanna tocca ma respinge troppo corto.

Comincia la fase finale della partita: quella degli attacchi del Genoa, molto insistenti negli ultimi minuti ma non benedetti dalla scintilla dell’ispirazione o sostenuti da un’intesa coordinata, come avviene su un suggerimento intelligente di Matri a Falque che non capta l’istante e va in controtempo. Per la verità, anche nell’area nostra c’è un intercetto di braccio di dubbia intenzionalità non rilevato, io direi giustamente ma forse no.

E così, in un’atmosfera alquanto tesa, termina per il Genoa l’imbattibilità esterna di questo torneo.    

Squadre entrambe con alcune incompletezze. Noi lamentiamo le nostre.      

Vittorio Riccadonna

Torino

Gillet; Maksimovic, Glik (cap.), Moretti; Darmian, Farnerud (38' II t. Vives), Gazzi, El Kaddouri, Molinaro (14’ II t. B.Peres); Martinez, Amauri (23' II t.  Quagliarella).

Genoa

Lamanna; Roncaglia, Burdisso, Marchese (16' II t. Izzo); Rosi (3’ II t. De Maio), Rincon, Sturaro, Bertolacci (II t. Greco), Antonelli (cap.); Iago Falque, Matri.
Arbitro: D. Tommasi da Bassano del Grappa

Ammoniti: Moretti (T); Iago Falque, Burdisso, Rincon, Marchese (G)