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il Grifone in campoAllora ieri ho fatto così... di Pedro
28/10/2019



Pedro ci ha autorizzato a pubblicare il racconto (da lui scritto ieri sul Muro dei Tifosi) di quanto gli è successo sabato dalla fine del primo tempo di Genoa-Brescia.
Siamo lieti di condividerlo perché è un "pezzo" da autentico "Grifone in campo"!




Eravamo rimasti a quando per la prima volta in vita mia sono uscito dallo stadio alla fine del primo tempo.
Non ne potevo più.
Un senso di impotenza irrimediabile e la orribile sensazione che oramai non c'era più niente da fare se non prepararsi alla B.
Orribile.
Stavo imboccando la strada di casa, allorché subito mi è venuto in mente che Scalinata Montaldo, mio consueto percorso per raggiungere zona Manin, in salita con quel fardello sulla schiena sarebbe stato un calvario.
Ma soprattutto mi è venuto in mente mio papà
Mio papà spesso aveva delle vere e proprie intuizioni
Ha esattamente previsto più di una rimonta.
Ieri certamente mi avrebbe detto, tranquillo nel secondo tempo si vince.
Come un lampo questa immagine mi è venuta improvvisa alla mente.
Ma come faccio? Allo stadio una volta usciti credo non facciano più rientrare.
Però non posso far svanire la intuizione di mio papà buonanima.
E allora faccio così
Replico a piedi, perché ero a piedi, il tragitto sino alla mia abitazione di gioventù, che da bambino e da ragazzino tante volte ho precorso con lui dopo la partita.
Abitazione peraltro piuttosto distante dalla mia attuale.
Morale: lascio perdere Scalinata Montaldo e mi incammino verso Albaro.
Arrivo finalmente in via Francesco Pozzo, e vedo là sopra la casa dove ho abitato da anni zero a anni 17.
Mi commuovo un pochino, penso a mia mamma e a mio papà e guardo il Muro.
1-1 Agudelo!
E la immagine di mio papà mi appare sempre più prorompente.
Che faccio?
Non c'è altra soluzione che raggiungere la seconda abitazione in cui ho vissuto con i miei.
Stavolta non lontanissima, via Zara.
E mi incammino.
Supero la famosa pasticceria Svizzera dove quando il Genoa vinceva mio papà comprava le paste, dai che forse ce la facciamo.
Raggiungo la via, vedo la casa, di nuovo piccola commozione e di nuovo apro il Muro con trepidazione.
2-1 Kouame!!!!
Papà...... mi immagino cosa mi avresti detto.
E ora?
Quanto manca?
Venti minuti più recupero.
Ancora dura.
Papà ce la facciamo?
Tranquillo.
Insomma....
Che faccio?
Non c'è altro da fare che riguadagnare a piedi la strada di casa, quella mia attuale, ossia zona centro/Manin.
Sempre a piedi, si intende.
Insomma per farla breve da via Zara arrivo in piazza della Vittoria (😊) alle 22.42.
Dico oramai è finita.
Con speranza e timore apro il Muro e..... 3-1!!!!!
Papà...... vorrei tanto che tu fossi ancora qui.
A questo punto mi rendo conto che è più di un'ora che cammino senza sosta per la città.
Avrei voglia di un taxi.
Non ne vedo, ma passa un autobus che più o meno mi porta dalla mie porti.
Penso di essermelo meritato e lo prendo.
Arrivo a casa ma a mia moglie tutto questo non lo racconto.
Non avrebbe capito.
Le chiedo solo se c'è qualcosa da mangiare, mi siedo e in silenzio mi gusto prosciutto crudo, formaggio e una bella birra come fossero ostriche e champagne.
Mia moglie mi chiede perché sorrido in silenzio.
Ma non rispondo, non capirebbe.
Ciao papà
Genoa ti amo.

* * *



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