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dalla redazioneAddio, Scevcenko
15/01/2022


Indirizziamo questo saluto con un senso di mestizia. Ricorderemo in Andrea Scevcenco una persona dolce, misurata, seria, dignitosa, modesta – oltre che dal passato glorioso e dal cognome intraducibile.


Gli era stato chiesto un compito nuovo per lui. Non è stato fortunato per le contingenze e non ha avuto tempo per assuefarsi.
Ci domandiamo i motivi della durezza dei dirigenti del Genoa.
Lo avevano scelto come alfiere della bandiera rossoblù e non credevo prevedibile che lo esonerassero proprio ora che la squadra sta acquisendo una nuova e più efficace formazione in campo e che si prevedono sicuri miglioramenti, già delineati a Milano nella partita di Coppa. Sotto questo aspetto, un tempo d’attesa era possibile, poiché sarebbe riemerso da difficoltà oggettive e di salute.
La rinuncia all’apporto personale e al trascinamento mediatico dati dall’uomo simbolo si accompagna a una notevole perdita economica, presumibilmente, considerando i lauti guadagni già offerti a lui e alla troupe. (Vero che il maggiore esborso effettivo è per il nuovo).
Gli allenatori inoperosi a libro paga aumentano di numero.
Che risposta trovare alla domanda che ci siamo fatta?
Un rovinoso giudizio sulle sue capacità, anche se non ancora del tutto dispiegate? Non so dire. Non voglio dire. Una certa sensazione come di incertezza poteva destarla. Sembrerebbe essere soltanto qui la risposta.
Forse il nuovo futuro allenatore ha meriti e una carriera gloriosi? Io questo non so.
Forse Herr Spors ha voluto un allenatore della propria lingua per una specie di nepotismo nazionale? Non credo proprio. O per facilità di intercomunicazione? Non sarebbe serio.
Mi tornano alla mente di nuovo le parole di Thiago Motta prima del suo licenziamento dal Genoa: qui bisogna cambiare tutto.
Al buio, posso tentare un procedimento mentale.
Può darsi che l’intenzione dei nuovi dirigenti vada propriamente in quella ultima direzione: di importare nel Genoa una metologia di allenamenti e di vita, e anche di strutture tutte, che consuete oramai nella Mittel-Europa e settentrionale sono invece desuete da noi in Italia come in Ucraina.
Dunque, non un giudizio di merito ma l’obiettivo di una rivoluzione di ambiente.
Dico queste cose da perfetto ignorante e consideratele idee personali che uno che non sa e non se ne intende ha immaginato in un momento di insania.


Vittorio Riccadonna

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"Addio, Scevcenko" | 1 commento
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Stai visualizzando i commenti del giorno 18/01/2022


Herr Spors
di RABAX il 18/01/2022 19.44

Purtroppo comincia, inutile negarlo, a destare qualche perplessità.
Non vorrei che le sue decisioni ci stiano dando, come suol dirsi, il colpo di grazia.
Lo scrivo nel senso che, per esempio, non riesco a spiegarmi come il volto della squadra sia mutato tanto improvvisamente da quello almeno decente mostrato a Milano e prima con Atalanta e Sassuolo, a quello davvero irriconoscibile di Firenze.
Non riesco a trovare spiegazione diversa se non che i giocatori si siano sentiti abbandonati a se stessi, allo sbando, con un improbabile allenatore giovane e inesperto che nella preparazione della partita con i viola non avrà che potuto improvvisare.
Come ho già notato, temo che lo Spezia, pur non essendo il Real Madrid, non è neppure una squadra di scappati di casa, per di più sono anche sfacciatamente fortunati, ma uscire indenne e facendosi rispettare da campi considerati impossibili come il Maradona e S.Siro dimostra che è stato un grave errore sottovalutarla.
Non giustifico la prova scialba con gli spezzini, dove sono stati fatti non pochi errori da Sheva, ma la partita successiva con il Milan e quelle precedenti con Atalanta e Sassuolo avrebbero, forse, dovuto evitare di cacciarlo senza se e senza ma, soprattutto anche prima di aver già scelto e accasato il suo sostituto.
Chiaro che con Sheva in panca il risultato di Firenze non sarebbe stato, probabilmente, diverso, ma almeno la figuraccia la si sarebbe, immagino, potuta evitare.
Ora con l'Udinese, come ci arriva la squadra?
Temo si ripeterà la stessa situazione di squadra allo sbando, più o meno come a Firenze.
Se il risultato, a parte i gol, dovesse essere lo stesso, e solo il cielo sa come riuscire a uscirne bene in queste condizioni, quello sarebbe, appunto, il definitivo colpo di grazia.
Se poi, come afferma Gessi Adamoli, che pare essere persona bene informata, l'inopinato licenziamento in tronco del Mister sarebbe stato determinato da un litigio tra Spors e Sheva, viste le catastrofiche conseguenze successive, il tutto rischia di gettare un ombra sul nuovo factotum societario, come su queste prime mosse della nuova proprietà a stelle e striscie.
Intendiamoci non è che ci siano molte altre scelte se non quella di continuare a sostenerla e supportarla, augurandoci che sappiano prendere atto e far tesoro da questi oramai innegabili errori iniziali e vogliano e sappiano metterci adeguato riparo.
Forza Genoa,sempre.





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